Un nano da non ricordare.
Posted: Thu Mar 27, 2003 1:49 pm
Celerò ai posteri, per la vergogna, il nome di un nano che morì alla sua prima seduta in un modo alquanto ridicolo, visto da fuori...
Tale eroe, che chiameremo X per comodità , cominciò il suo peregrinare ai margini di un bosco, dal quale la compagnia con la quale avrebbe dovuto congiungersi stava uscendo di corsa, inseguita da alcuni orchetti su lupi.
Ecco che folgorato da una rapida occhiata al suo equipaggiamento (vista la sua totale inesperienza su tutto il resto), il nostro X pensa bene di usare l'acciarino per dar fuoco al tappeto di foglie che riveste il sottobosco, non considerando che essendo autunno sarebbe stato alquanto difficile limitare l'opera distruttrice...
infatti, gli orchetti rallentano di fronte all'incendio che rapido divampa, ma l'albero che sta di fianco ad X prende fuoco anch' esso (si sa, se non si calcola il vento, succedono certi guai...).
Così, senza perdersi d'animo, X decide di abbatterlo per limitare il propagarsi delle fiamme, ma al secondo colpo l'ascia si incastra, e nel tentativo di estrarla X se la tira addosso, facendosi un gran male...
Intanto, l'incendio divampa sempre più. Confuso, contuso, spaventato, X sbaglia la direzione nella quale fuggire, e si ritrova in mezzo alle fiamme.
Scottato all'inverosimile, sente le voci dei poveretti che ha "soccorso" chiamarlo verso una caverna sotterranea, alla quale si accede da un buco nel terreno che, naturalmente, X non vede e ci piomba dentro facendosi ancora più male.
Ormai quasi allo stremo, finalmente raggiunge i compari, che anzichè ringraziarlo lo cazziano per il rischio che ha fatto correre a tutti e per l'incendio di uno splendido bosco.
Ma mentre discutono, ecco arrivano dei simpatici uccelli stigei, uno dei quali si conficca col becco nella spalla di X per suggerne il sangue.
Ormai sull'orlo della morte, ad X non resta che un ultimo, disperato tentativo di mettere K.O. il volatile con un pugno armaturato. Ma ancora una volta, la sua goffaggine fa si che il suo pugno gli arrivi in pieno viso, dando a se stesso l'ultimo, tragicomico, colpo di grazia.
Tale eroe, che chiameremo X per comodità , cominciò il suo peregrinare ai margini di un bosco, dal quale la compagnia con la quale avrebbe dovuto congiungersi stava uscendo di corsa, inseguita da alcuni orchetti su lupi.
Ecco che folgorato da una rapida occhiata al suo equipaggiamento (vista la sua totale inesperienza su tutto il resto), il nostro X pensa bene di usare l'acciarino per dar fuoco al tappeto di foglie che riveste il sottobosco, non considerando che essendo autunno sarebbe stato alquanto difficile limitare l'opera distruttrice...
infatti, gli orchetti rallentano di fronte all'incendio che rapido divampa, ma l'albero che sta di fianco ad X prende fuoco anch' esso (si sa, se non si calcola il vento, succedono certi guai...).
Così, senza perdersi d'animo, X decide di abbatterlo per limitare il propagarsi delle fiamme, ma al secondo colpo l'ascia si incastra, e nel tentativo di estrarla X se la tira addosso, facendosi un gran male...
Intanto, l'incendio divampa sempre più. Confuso, contuso, spaventato, X sbaglia la direzione nella quale fuggire, e si ritrova in mezzo alle fiamme.
Scottato all'inverosimile, sente le voci dei poveretti che ha "soccorso" chiamarlo verso una caverna sotterranea, alla quale si accede da un buco nel terreno che, naturalmente, X non vede e ci piomba dentro facendosi ancora più male.
Ormai quasi allo stremo, finalmente raggiunge i compari, che anzichè ringraziarlo lo cazziano per il rischio che ha fatto correre a tutti e per l'incendio di uno splendido bosco.
Ma mentre discutono, ecco arrivano dei simpatici uccelli stigei, uno dei quali si conficca col becco nella spalla di X per suggerne il sangue.
Ormai sull'orlo della morte, ad X non resta che un ultimo, disperato tentativo di mettere K.O. il volatile con un pugno armaturato. Ma ancora una volta, la sua goffaggine fa si che il suo pugno gli arrivi in pieno viso, dando a se stesso l'ultimo, tragicomico, colpo di grazia.
