Locandiere, un tavolo!
Moderator: valdo
Dice l'esperienza: "Se non hai niente di intelligente da dire, stai zitto."
Considerato il mio stato attuale di frustrazione e di ulcera biliosa, e l'imminente impegno che devo risolvere, non credo che mi farò sentire per parecchio. Specialmente se l'argomento sono le preferenze botaniche degli avventori. Ciao.
Considerato il mio stato attuale di frustrazione e di ulcera biliosa, e l'imminente impegno che devo risolvere, non credo che mi farò sentire per parecchio. Specialmente se l'argomento sono le preferenze botaniche degli avventori. Ciao.
Una figura femminile entra nella taverna e richiude alle proprie spalle la pesante porta di legno. L'ambiente è buio in modo confortevole: la poca luce necessaria si irradia dal fuoco che, nonostante la stagione, scoppietta allegramente in uno dei camini e da poche candele sistemate sui tavoli.
Ci sono alcuni degli abituali avventori che chiacchierano svogliatamente. Qualcuno esce.
La donna si dirige al bancone e si fa servire una grossa tazza di una bevanda scura e fumante, dall'aroma a mezzo tra cioccolata e caffè, si sofferma solo un attimo poi si siede stancamente ad un tavolo posto in un angolo buio.
Si guarda attorno godendo la familiarità del luogo e delle voci. La bevanda la ristora un po', sebbene non abbastanza da farla sorridere.
E' stanca e sconfortata, così appoggia il capo al rivestimento di legno del muro dietro di lei e chiude gli occhi.
Ci sono alcuni degli abituali avventori che chiacchierano svogliatamente. Qualcuno esce.
La donna si dirige al bancone e si fa servire una grossa tazza di una bevanda scura e fumante, dall'aroma a mezzo tra cioccolata e caffè, si sofferma solo un attimo poi si siede stancamente ad un tavolo posto in un angolo buio.
Si guarda attorno godendo la familiarità del luogo e delle voci. La bevanda la ristora un po', sebbene non abbastanza da farla sorridere.
E' stanca e sconfortata, così appoggia il capo al rivestimento di legno del muro dietro di lei e chiude gli occhi.
Non ci crederete ma anche l'oste ha la possibilità di prendere parola, forse la locanda non è la sua casa?Non è la sua dimora dove può decidere e scegliere chi accogliere?
"Signorina tutto bene,si svegli dovrei fare le pulizie,pulire i tavoli,non ha un altro posto dove andare a dormire,abbiamo delle stanze molto comode,se vuole ne faccio preparare una ma per favore non si addormenti qui non è cosa!!!!!!!!!!!"
"Signorina tutto bene,si svegli dovrei fare le pulizie,pulire i tavoli,non ha un altro posto dove andare a dormire,abbiamo delle stanze molto comode,se vuole ne faccio preparare una ma per favore non si addormenti qui non è cosa!!!!!!!!!!!"
La donna apre gli occhi con calma.
"Potete tranquillizzarvi, messere, non vi è alcuna possibilità che mi addormenti in siffatto modo e luogo. Tenere gli occhi chiusi non significa necessariamente essere in balia del sonno. Potete tornare alle vostre occupazioni senza preoccuparvi ch'io possa arrecare danno al decoro della locanda".
La voce è bassa, pacata e monocorde.
La donna richiude gli occhi.
"Potete tranquillizzarvi, messere, non vi è alcuna possibilità che mi addormenti in siffatto modo e luogo. Tenere gli occhi chiusi non significa necessariamente essere in balia del sonno. Potete tornare alle vostre occupazioni senza preoccuparvi ch'io possa arrecare danno al decoro della locanda".
La voce è bassa, pacata e monocorde.
La donna richiude gli occhi.
L'oste spalancò gli occhi incredulo,forse era la prima volta che guardave in maniera attenta e scrutatrice quella avventuriera,era tranquillizzato da quella voce soffusa,calma e pacata,non voleva essere scontroso ma amante delle comodità e dei piaceri era contento nel poter offrire ciò ai propri clienti.Anch'egli con voce calma e roca cominciò a parlare alla ragazza:"Non dubitavo di voi signora ma vedendovi così stanca e presa dallo sconforto volevo farla riposare in luogo più consono alla sua persona,ma se preferite soccchiudere gli occhi alla mia tavola non sarò certo io a disturbarla,le porgo ancora i miei saluti e non esiti a chiamarmi se abbisognasse di qualche cosa."
Un sorriso incurva lievemente le labbra della donna che guarda nuovamente l'oste.
"Vi ringrazio della vostra sollecitudine. Non mancherò di farvi sapere se avrò necessità di qualcosa"
Pensa fra sè, in termini assolutamente neutri, che l'uomo non l'ha riconosciuta. Del resto vede passare molta gente e non è sempre consigliabile ricordare tutti i volti. In particolare pensa al volto mai visto di un amico, frequentatore di quella stessa locanda, che rimane celato per il bene di chi gli sta attorno.
*Se invece mi ha riconosciuta e non lo da a vedere*, pensa, *non posso che essergli grata per questa dimostrazione di sensibilità *
"Vi ringrazio della vostra sollecitudine. Non mancherò di farvi sapere se avrò necessità di qualcosa"
Pensa fra sè, in termini assolutamente neutri, che l'uomo non l'ha riconosciuta. Del resto vede passare molta gente e non è sempre consigliabile ricordare tutti i volti. In particolare pensa al volto mai visto di un amico, frequentatore di quella stessa locanda, che rimane celato per il bene di chi gli sta attorno.
*Se invece mi ha riconosciuta e non lo da a vedere*, pensa, *non posso che essergli grata per questa dimostrazione di sensibilità *
Forse l'oste no ma lo stanco Golthar si... disse una voce cavernosa ma tenue per non spaventare il concilio della cara amica ritrovata dopo tempo: Cara Reana, ti vedo stanca ed affaticata, oltremodo la conferma mi viente dal fatto che la tua bevanda preferita non ti restituisce abbastanza sollievo.
Allora l'oscura figura ammantata, con un colpo di braccio e pronunciando parole quasi impercettibili lancio' dietro di se l'ormai sgualcito nero manto, ma come per un incanto o una qualche arte oscura, l'aria mossa da quella misteriosa stoffa, dono' una vampata di vigore alla donna stanca, ma lascio' alla luce il capo del grigio Golthar che con sommo stupore, non era ne putrefatto ne etereo, ma quasi umano!
Poi girando una di quelle sedie a tre piedi tanto resistenti, ci sali' a cavallo mostrando per breve i logori stivali testimoni di infiniti cammini, e fissando negli occhi la dolce Reana il chierico le disse:
Dimmi compagna capisco che la locanda non è piu quella di un tempo, ma come vedi un vigoroso oste la comanda ancora, e in fondo... non proprio molto è cambiato, concediti qualche minuto per coccolare la tua mente con i forti ricordi che ci legano, e poi dimmi, ho sete di sapere di te, raccontami tutto, anche io ho molto da raccontare...
Allora l'oscura figura ammantata, con un colpo di braccio e pronunciando parole quasi impercettibili lancio' dietro di se l'ormai sgualcito nero manto, ma come per un incanto o una qualche arte oscura, l'aria mossa da quella misteriosa stoffa, dono' una vampata di vigore alla donna stanca, ma lascio' alla luce il capo del grigio Golthar che con sommo stupore, non era ne putrefatto ne etereo, ma quasi umano!
Poi girando una di quelle sedie a tre piedi tanto resistenti, ci sali' a cavallo mostrando per breve i logori stivali testimoni di infiniti cammini, e fissando negli occhi la dolce Reana il chierico le disse:
Dimmi compagna capisco che la locanda non è piu quella di un tempo, ma come vedi un vigoroso oste la comanda ancora, e in fondo... non proprio molto è cambiato, concediti qualche minuto per coccolare la tua mente con i forti ricordi che ci legano, e poi dimmi, ho sete di sapere di te, raccontami tutto, anche io ho molto da raccontare...
Avevo riposato per quasi 2 giorni,i miei occhi si socchiusero,la luce del mattino illuminava la stanza,una striscia di luce mi faceva intravedere pulviscoli sguazzanti nell'aria. Non avevo voglia di alzarmi ma la mia volontà mi sospingeva verso un bagno tonico e rigenerante.
Mi asciugai e vestii velocemente come se qualcuno fosse nel salone della locanda ad aspettarmi,ero arrivato in piena notte e nessuno occupava i tavoli del puledro impennato,era da 2 giorni che non vedevo nessuno,e molti giorni che non vedevo o incontravo un volto amico,una persona cara e in cuor mio sinceramente speravo che qualcuno dei vecchi compagni di bevuta nel frattempo si fosse fermato per ristorarsi un pò in questo luogo a tutti familiare.
Mi infilai gli stivali lucidati e nuovi,la cintura dorata,gli anelli ,il medaglione e la tunica a cui ero molto affezzionato,comprata durante uno dei miei ultimi viaggi,e proprio nel momento in cui tutto era pronto e mi preparavo a discendere le scale il cuore cominciò a battere forte e i pensieri tornarono al passato,era veramente troppo tempo che non mi fermavo per qualche giorno nello stesso luogo,troppe faccende avevano offuscato la mia mente,ora che la mia istruzione era finita e la mia strada più chiara,la mia nuova vita,le nuove filosofie,nuove conoscenze magiche e nuove concezioni del cosmo,finalmente la mia essenza era stata ripagata dalla conoscenza della teurgia e la mia magia scorreva più forte e prepotente nelle mie vene.
Mi svegliai improvvisamente come se avessi sognato ad occhi aperti per qualche minuto,mi resi conto di aver viaggiato con la mente come non facevo da tempo,mi diedi una scossa,mi scrollai di dosso i pensieri che rimbalzavano nella mia mente e cominciai a scendere le scale; ero come un bambino che stà per ricevere i regali per il proprio compleanno,tutto emozionato ma nel contempo impaurito,preoccupato che tutte le aspettative che si era creato precedentemente potessero rivelarsi ben lontane dalla realtà che andava incontrando.
Arrivai nella sala della locanda e i tavoli erano occupati da poche persone ma subito due sagome attirarono la mia attenzione,sentii un flussso magico che da una delle due sagome fuoriusciva,un gesto della mano aveva preceduto qualche formula magica ristoratrice,erano golthar e reana,il chierico aveva la figura interamente coperta dalla sua tunica consunta,come gli stessi stivali rovinati da infiniti e misteriosi cammini,ma nel pronunciare la formula magica agitando il braccio fece scorgere l'umanità di quell'arto e non più l'ombra e la putrefazione che nelle ultime sue apparizioni a tutti aveva mostrato anche se sempre con poca convinzione.
Il mio cuore ebbe un fremito,finalmente scorgevo volti amicali,si fece caldo,tenero,ristorato,ancora una volta l'amicizia mi ridonava vigore,una forza che niente al mondo poteva eguagliare,ma volli rimanere in disparte,i miei compagni parlavano e reana anche se ristorata dalle magie del chierico sembrava stanca di una stanchezza secolare,il suo volto era segnato dalla sofferenza,ma cominciarono a chiaccherare interessati delle vicende accadute negli ultimi tempi.
Pensai tra mè e mè che il chierico avesse già avvertito la mia presenza ma aspetterò che sia lui a fare la prima mossa,intanto feci un sorso al mio boccale e rosicchia della carne secca sotto sale più per sfizio che per i richiami della fame.
Mi sentivo di nuovo come a casa e appena mi sarei ritrovato al tavolo con i miei compagni avrei riassaporato una tranquillità tanto anelata negli ultimi tempi.
Mi asciugai e vestii velocemente come se qualcuno fosse nel salone della locanda ad aspettarmi,ero arrivato in piena notte e nessuno occupava i tavoli del puledro impennato,era da 2 giorni che non vedevo nessuno,e molti giorni che non vedevo o incontravo un volto amico,una persona cara e in cuor mio sinceramente speravo che qualcuno dei vecchi compagni di bevuta nel frattempo si fosse fermato per ristorarsi un pò in questo luogo a tutti familiare.
Mi infilai gli stivali lucidati e nuovi,la cintura dorata,gli anelli ,il medaglione e la tunica a cui ero molto affezzionato,comprata durante uno dei miei ultimi viaggi,e proprio nel momento in cui tutto era pronto e mi preparavo a discendere le scale il cuore cominciò a battere forte e i pensieri tornarono al passato,era veramente troppo tempo che non mi fermavo per qualche giorno nello stesso luogo,troppe faccende avevano offuscato la mia mente,ora che la mia istruzione era finita e la mia strada più chiara,la mia nuova vita,le nuove filosofie,nuove conoscenze magiche e nuove concezioni del cosmo,finalmente la mia essenza era stata ripagata dalla conoscenza della teurgia e la mia magia scorreva più forte e prepotente nelle mie vene.
Mi svegliai improvvisamente come se avessi sognato ad occhi aperti per qualche minuto,mi resi conto di aver viaggiato con la mente come non facevo da tempo,mi diedi una scossa,mi scrollai di dosso i pensieri che rimbalzavano nella mia mente e cominciai a scendere le scale; ero come un bambino che stà per ricevere i regali per il proprio compleanno,tutto emozionato ma nel contempo impaurito,preoccupato che tutte le aspettative che si era creato precedentemente potessero rivelarsi ben lontane dalla realtà che andava incontrando.
Arrivai nella sala della locanda e i tavoli erano occupati da poche persone ma subito due sagome attirarono la mia attenzione,sentii un flussso magico che da una delle due sagome fuoriusciva,un gesto della mano aveva preceduto qualche formula magica ristoratrice,erano golthar e reana,il chierico aveva la figura interamente coperta dalla sua tunica consunta,come gli stessi stivali rovinati da infiniti e misteriosi cammini,ma nel pronunciare la formula magica agitando il braccio fece scorgere l'umanità di quell'arto e non più l'ombra e la putrefazione che nelle ultime sue apparizioni a tutti aveva mostrato anche se sempre con poca convinzione.
Il mio cuore ebbe un fremito,finalmente scorgevo volti amicali,si fece caldo,tenero,ristorato,ancora una volta l'amicizia mi ridonava vigore,una forza che niente al mondo poteva eguagliare,ma volli rimanere in disparte,i miei compagni parlavano e reana anche se ristorata dalle magie del chierico sembrava stanca di una stanchezza secolare,il suo volto era segnato dalla sofferenza,ma cominciarono a chiaccherare interessati delle vicende accadute negli ultimi tempi.
Pensai tra mè e mè che il chierico avesse già avvertito la mia presenza ma aspetterò che sia lui a fare la prima mossa,intanto feci un sorso al mio boccale e rosicchia della carne secca sotto sale più per sfizio che per i richiami della fame.
Mi sentivo di nuovo come a casa e appena mi sarei ritrovato al tavolo con i miei compagni avrei riassaporato una tranquillità tanto anelata negli ultimi tempi.
Mentre attende che Golthar racconti gli avvenimenti di cui lei non è a conoscenza, Reana percepisce distintamente l'addensarsi di un nodo di energia psichica in fermento. Si guarda attorno, tentando di perforare con lo sguardo le fitte ombre che regnano nella stanza, finchè il suo sguardo si posa su un volto da lungo tempo noto su cui è impressa un'espressione che non è in grado di definire.
E' seduto in disparte ma li osserva avidamente, perciò Reana non ha paura di violare un desiderio di solitudine quando, facendo a Golthar un gesto di scusa, si alza e si dirige verso Kargar.
"Amico mio, perchè siedi qui solo? unisciti a noi. E' molto tempo che non sediamo tranquillamente ad uno di questi vecchi tavoli, impegnati in null'altro se non nel lieto compito di esercitare l'arte dell'amicizia. "
E' seduto in disparte ma li osserva avidamente, perciò Reana non ha paura di violare un desiderio di solitudine quando, facendo a Golthar un gesto di scusa, si alza e si dirige verso Kargar.
"Amico mio, perchè siedi qui solo? unisciti a noi. E' molto tempo che non sediamo tranquillamente ad uno di questi vecchi tavoli, impegnati in null'altro se non nel lieto compito di esercitare l'arte dell'amicizia. "
Locandiere un tavolo
Ed eccomi rientrare in questo luogo così caro, ove gli avventori sono amici di vecchia data e compagni di innumerevoli avventure. Quanto tempo è passato dalla mia ultima sosta...
Ordunque chi scorgono i miei occhi: la dolce Reana, il misterioso Golthar, l'oscuro Kargar, il possente Cadmo, la piccola Penelope, il saggio Bardas e laggiù in fondo, avvolto nell'ombra, non è forse il solitario Tharkun?
Che gioia scalda il mio cuore nell'incontrarvi di nuovo.
Oste, presto, offri ai miei amici qualsiasi cosa desiderino...
Ma ditemi, cari amici, non vedo e me ne dolgo l'impavido Phoenix, avete forse voi sue notizie? Qualche importante missione lo tiene forse lontano da questa locanda e dalla nostra compagnia? Ve ne prego, ditemi cosa ne è stato di lui.
Speravo di trovarlo qui, per brindare alla sua salute e festeggiare con lui e con voi il passaggio di un'altro anno da eroe (quale egli è, e sempre sarà ), ma vedo che non vi è traccia di un suo recente passaggio.
Ditemi dunque, vi ascolto...
Eldin
Ordunque chi scorgono i miei occhi: la dolce Reana, il misterioso Golthar, l'oscuro Kargar, il possente Cadmo, la piccola Penelope, il saggio Bardas e laggiù in fondo, avvolto nell'ombra, non è forse il solitario Tharkun?
Che gioia scalda il mio cuore nell'incontrarvi di nuovo.
Oste, presto, offri ai miei amici qualsiasi cosa desiderino...
Ma ditemi, cari amici, non vedo e me ne dolgo l'impavido Phoenix, avete forse voi sue notizie? Qualche importante missione lo tiene forse lontano da questa locanda e dalla nostra compagnia? Ve ne prego, ditemi cosa ne è stato di lui.
Speravo di trovarlo qui, per brindare alla sua salute e festeggiare con lui e con voi il passaggio di un'altro anno da eroe (quale egli è, e sempre sarà ), ma vedo che non vi è traccia di un suo recente passaggio.
Ditemi dunque, vi ascolto...
Eldin
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